Lampionaro
Addetto all’accensione e alla manutenzione dei lampioni a gas o a petrolio, disseminati lungo le facciate dei palazzi di Roma. Fino all’avvento dell’energia elettrica, egli accendeva i lampioni all’ora dell’Ave Maria, ora che rappresentava per i Romani motivo di riflessione e coincideva con il tramonto del sole. All’alba un suo collega li spengeva. Cosi, di notte, la città rimaneva illuminata, specie nei crocevia, per evitare ai viandanti sgradite sorprese. Il Lampionaro rifaceva tutte le sere il medesimo percorso, munito di una canna di oltre due metri, sulla quale brillava una fiammella. Portava anche con sé una scala e una borsa per gli attrezzi, per intervenire su quei lampioni mal funzionanti o su quelli protetti, che avevano bisogno di essere aperti per essere accesi. Egli indossava un berretto a visiera blu e una divisa con pantaloni e zinale dello stesso colore. Era un salariato del Municipio. Oggi i Lampionai non esistono più e purtroppo, non esistono più a Roma neanche i meravigliosi lampioni a muro.