Scoparo
Fabbricante e venditore di scope confezionate con la saggina. Girava per le strade di Roma al grido: “Scoparo! Riecco lo scoparo! Lo volete lo scoparo donne?” i “Granatai” per la maggior parte originari di Amatrice, fiorente paese dell’alto Lazio, scendevano a Roma oltre che con il loro carico di scope, scopettoni e scopettoni di saggina e talvolta di ventole e piumini di penne di tacchino, anche con dei vistosi serti di teste d’aglio rosso che vendevano per le case dove andavano a fare visita. Era infatti costume che lo scoparo salisse in casa della cliente per farle scegliere la scopa che più la persuadesse, sia come volume della saggina, sia come lunghezza del manico. Ironizzando su questo tema, molta letteratura allusiva è stata vergata a Roma, e tutto in merito al fatto che a Roma “scopare” ha quel certo doppio significato, diventato ormai internazionale. Le moderne ramazze sintetiche hanno oggi sostituito le vecchie robuste scope di saggina, che, pur rimanendo in commercio, hanno però perduto l’abitudine di deambulare per la città prima di assolvere ai propri doveri.