I mestieri spariti

Stracciarolo

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Robivecchi, accaparratore di stracci e di altro materiale da riciclaggio. Puliva cantine e soffitte prendendo di solito come ricompensa il materiale ritenuto superfluo dai proprietari, pagandolo a pochi spicci. Raccoglieva quindi vecchi libri, corrispondenze e altri manufatti cartacei nonché piombo, ferro, bronzo, ceramiche e porcellane scompagnate, pagando talvolta gli oggetti a seconda del valore d’antiquariato che egli stesso gli attribuiva. Spesso però finiva per racimolare anche ottimi affari facendo passare gli oggetti come pezzi da distruggere. Fino a qualche anno addietro girava per Roma trascinandosi un carrettino a doppia stanga, dove man mano stipava il materiale che andava raccogliendo, annunciandosi al grido: “Stracciarolo, robbivecchio! Stracci, ferracci, chi ha scarpacce?”. Oggi questo genere d’impresa viene gestito con tanto di autofurgone sul quale spicca un cartello con su scritto: “pulisco soffitte e cantine” e a lavoro finito, il robivecchi, oltre agli oggetti raccolti, pretende anche una cospicua remunerazione in danaro.